Ricordo di P. Ivan Zuzek

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Il Mio Ricordo di P. Ivan

Parrocchia della Madonna della Consolazione, Catania

Quando una persona cara ci lascia è naturale che il dolore invada il nostro animo; tuttavia possiamo aggrapparci ai ricordi, specie quelli belli, che hanno il potere di farci superare, per quanto possibile, i momenti duri. Padre Ivan di bei ricordi ne ha lasciati tanti; fin da quando, 26 anni fa, iniziò il suo servizio di Assistente del nostro Gruppo. Ci apparve subito una persona particolare, diverso da tutti i sacerdoti che avevamo conosciuto.

Ci fu presentato da don Vincenzo, ora nostro Vescovo, infatti, Pivan (lo chiamavamo confidenzialmente così) essendo molto impegnato con lo studio e le complesse attività del suo ufficio, cercava una “valvola di sfogo”, ed essendo appassionato di montagna, possibilmente un’occasione di fare apostolato con dei giovani che condividevano i suoi interessi.

Lo scoutismo poteva essere l’opportunità buona, ma lui non lo aveva mai conosciuto; quindi, dopo essersi informato sulla nostra situazione (eravamo reduci da una dolorosa scissione di Gruppo, ed avevamo appena aderito alla F.S.E) da uomo di legge, ci chiese copia degli Statuti nostri e dell’Agesci, “…tanto per capirci qualcosa…”

Dopo poco ci comunicò la sua scelta: “…ho letto e studiato con attenzione i vostri documenti, e mi sono piaciuti. Voi lavorate per “realizzare il Regno di Dio sulla terra”, sono parole che mi hanno colpito. Se volete sarò il vostro Assistente!”

Da quel momento divenne parte attiva del nostro Gruppo, sempre presente nelle unità, sempre pronto ad uscire in tenda, con ogni tempo,

Operava con discrezione, rispettando l’autonomia di noi Capi, consigliandoci e guidandoci nei momenti critici, senza mai alzare la voce.

Piuttosto il suo modo di fare divenne in breve un modello da seguire; le parole che sapeva dirci, l’approccio particolare con la spiritualità, la gioia di vivere con semplicità, confidando nella provvidenza.

Sapeva parlare al cuore di ognuno, anche solo con la sua presenza.

Amava profondamente i ragazzi, specie i più piccoli, e gioiva nell’insegnargli l’amore per Gesù.

Incoraggiava gli esploratori nel fare “del proprio meglio” cercava di non ferirli nelle aspettative come quando, invitato a pranzo al campo estivo, e la squadriglia non aveva cucinato proprio bene, alla domanda: -“Come era il cibo Pivan?...rispondeva: “Speciale! Veramente speciale!”.

Il suo carattere così umano e l’atteggiamento a volte “pericolosamente fiducioso” si palesava spesso, come quando guidava la macchina da “pericolo pubblico” e magari si fermava improvvisamente in curva per uscire e …togliere quel sasso di mezzo che dava fastidio!

Oppure quella volta al campo che ci venne davanti con due labbra gonfie come salcicce e dovemmo portarlo al pronto soccorso: - “Pivan cosa è successo?! Mah! Ho visto delle belle bacche rosse! Erano così belle che le ho mangiate!”-

Ma in certe occasioni usciva fuori la grinta indomabile, come quando in uscita dalle parti di Formello, venimmo accolti da un “indigeno” che bestemmiava a ripetizione perché aveva paura che gli disperdessimo le sue vacche; lui lo guardò in faccia e gli disse: -“Ma come si permette? Lei sta insultando la mia Mamma! Non lo faccia più per piacere.”- Il giorno dopo l’”indigeno” venne alla Messa da campo…per scusarsi.

Era tenace, e lo dimostrava specie quando c’era una sfida da affrontare. Ci spronava a raggiungere l’obiettivo, senza paura, “se puoi, DEVI!” amava ripeterci.

In uscita, nella natura, dava veramente il massimo; era pienamente a suo agio. Spesso l’ho visto addormentarsi sotto un albero o un cespuglio, dopo essersi fatto un comodo letto di foglie secche, mentre noi, più giovani, avevamo problemi!

Si cucinava i suoi pasti improbabili, tirava fuori certe “scatolette di pesce marinato”, e delle minestre dalla provenienza indefinibile, però era sempre in mezzo a noi con il suo fornelletto e la sua gavetta.

Camminava come un treno, conosceva tutte le montagne, tutti i sentieri, era stato dappertutto! In salita, lento e metodico in discesa sicuro e rapido. Ma come faceva a scendere così veloce!

Si entusiasmava immediatamente per ogni progetto che vedeva utile per la formazione della nostra personalità, specie se applicato nella natura, perché diceva che: - “E’ nella natura che scopriamo la vera presenza di Dio!”

In sostanza era veramente uno di noi, quando ci parlava intorno al fuoco, quando c’invitava alla preghiera: “E’ mezzogiorno! Dobbiamo collegarci con Piazza S. Pietro per l’Angelus…”

Personalità carismatica, con due occhi azzurri che ti trapassavano, ma in ogni modo sempre mite e splendidamente umano.

Ho realmente capito la sua vera statura dopo che entrai a lavorare in Vaticano; Padre Ivan era un grande uomo di scienza, di una cultura superiore, membro di importanti commissioni di studio; era Rettore al Pontificio Istituto Orientale, aveva portato a termine la stesura del Codice Orientale, un lavoro immane!

Quando mi chiedevano: -“Ma lei veramente conosce il Padre Zùzék?” Era chiaro che qualcosa non avevamo ancora colto…

Ogni tanto, quando aveva voglia di parlarne, ci raccontava quello che aveva vissuto durante la guerra, prigioniero dei comunisti; di come, osservando lo sguardo indemoniato di quegli aguzzini che lo avrebbero condannato a morte se non avesse rinnegato la sua religione, nacque in lui la convinzione di farsi sacerdote.

La storia della sua famiglia numerosa, la sua mamma che gli aveva insegnato a pregare, i suoi studi, i suoi primi timidi approcci con una ragazza…diceva: -“sono sicuro che se mi fossi sposato sarei stato un buon marito e un buon padre.”. Ma poi ha scelto di votarsi alla vita sacramentale e noi siamo diventati la sua famiglia, i suoi figli.

Grazie Signore per averci dato Padre Ivan, uomo spesso solo con i suoi pensieri, gravato dal pesante fardello dei nostri, votato in tutto e per tutto alla causa dell’educazione morale e religiosa dei giovani.

Innamorato della nostra Associazione; senza di lui probabilmente i tempi di un riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa, sarebbero stati piuttosto remoti.

Oggi abbiamo infine accompagnato le tue spoglie mortali nella tua ultima dimora; so che eri pronto per questa prova, anzi non vedevi l’ora di poter unirti con la tua Mamma Celeste che tanto amavi.

Pregheremo a te, nella speranza che la tua intercessione presso il Signore, ci aiuti a mantenerci sempre saldi e fedeli alla Legge e alla Promessa.

Ciao Pivan,

Roberto Baffa, Capo Gruppo Roma 65

(collage fotografico aggiunto dal Webmaster, fonte: spezzoni di immagini da ricerca con Google)

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