l'A.I.E.I.C. prima della F.S.E.

Anno:

Gruppo:

Branca:

Ho letto con incredibile gioia il racconto ed i ricordi di Andrea sulla nascita dell'AIEIC; allora ho pensato : se anche io, con qualche mia vecchia memoria, posso contribuire a far rivivere il ricordo di qualcuno ...

Ovviamente questi ricordi sono miei, sono le cose cosi' come le rammento e non presumo di dire verita' assolute; altri possono aver vissuto quegli anni e quelle esperienze in maniera diversa da me.

Ho ancora il tesserino dell'A.I.E.I.C.
tessera n.ro 20,
data di iscrizione 29/3/1976

non sono stato dunque fra i primissimi, ma quasi.
Quando sono arrivato, la sede era stata consegnata agli scout da qualche settimana (credo da un paio); appena entrato sono stato catapultato in una atmosfera che a me parve incredibile.
C'era, sulla destra, un vecchio bancone attrezzi, su cui ragazzi poco piu' grandi di me facevano cose che mi parvero straordinarie:
piombavano funi, segavano assi per costruire panche, facevano legature per costruire tavoli; uno dei pochi dispiaceri che ho avuto in quei primi mesi e' stato proprio veder smontare e bruciare quel bancone.

E c'era solo un adulto : Pier Luigi Bianchi Cagliesi.

In quei primi mesi veramente ho (abbiamo) vissuto l'essenza dello scoutismo: un gruppo di ragazzi che si incontrano, si organizzano, e costruiscono il proprio ambiente con le proprie mani.

Guidati da Andrea Caneparo e da Luigi Grassi abbiamo assemblato, alla meglio, il nostro angolo di squadriglia (Delfini). Mi ricordo che un giorno Andrea si presento' con un cartello stradale contro gli incendi. L'aveva trovato non so dove, gli era sembrato bellissimo, l'aveva portato in sede ed attaccato ad una parete dell'angolo di squadriglia.

Guidati da Marco Noto abbiamo passato vari pomeriggi nella pineta di Pianabella a costruire una capanna, tavoli per mangiare; lo ripeto, senza nessun adulto; Pier Luigi, impegnato a studiare per la maturità, non è potuto nemmeno venire ad ammirare il nostro lavoro.

Abbiamo imparato a fare legature quadre, crociate, nodi di ogni tipo; ad accendere il fuoco (a momenti do' fuoco alla pineta), a cucinare alla brace, ad usare un'accetta e non perché qualche adulto ce lo avesse chiesto, men che mai organizzato; non perche' ci fosse stata assegnata qualche impresa, ma perche' lo avevamo deciso noi.

La sede era aperta quasi tutti i pomeriggi; se non c'era PierLuigi c'era Marco Noto, od Andrea Caneparo, o Giancarlo Perugini (ho il sospetto che qualcuno di loro avesse addirittura le chiavi della sede);
e c'era sempre qualcuno con cui cantare, con cui scherzare, con cui giocare.
Molti di questi pomeriggi non erano 'organizzati'; non c'erano attivita' da fare; semplicemente andavo lì per stare con gli altri scout, e loro lo stesso.

Mi ricordo un pomeriggio tardi, con una bufera di pioggia fuori, in sei o sette scout in tutto a cantare con PierLuigi che suonava la fisarmonica al lume di candela.
O un'altro in cui uno scout porto' un vecchio proiettore super 8, e provammo tutto il pomeriggio a farlo funzionare per poter vedere 'i tre porcellini'; ovviamente senza riuscirci.

Un'estate abbiamo organizzato, da soli, le olimpiadi scout al parco della Vittoria, ad Ostia.
Per il salto in alto abbiamo legato bella stretta una fune tra due alberi.

Con Marco N. e Fabio C. ci siamo fatti (io dovevo ancora compiere 14 anni) un Hike di due giorni a S.Polo dei Cavalieri da soli, a cominciare dalla decisione di farlo, all'acquisto dei biglietti della corriera, al mangiare, all'itinerario in montagna e sui mezzi pubblici e cosi' via.

Un altro Hike di Alta Sq. che ricordo fu fatto in cima al monte Tarino; eravamo io, Claudio R., Fabio C., Renato O., Lucio M., e credo anche qualcun altro che non ricordo. Credo che non abbiamo nemmeno avvisato PierLuigi; ci siamo infilati le divise e via.

Se penso che mia figlia ha quasi 15 anni, e comincia adesso a prendere l'autobus per andare da Ostia Antica ad Ostia Lido mi spavento; e mi chiedo chi era piu' incosciente: noi che partivamo o miei genitori che mi lasciavano partire.

Eppure la 'fiducia' che i miei genitori mi hanno accordato facendomi partire, mi ha fatto subito capire che tale fiducia andava ripagata, prima di tutto con un comportamento responsabile, da 'vero scout'.

Baden-Powell usa una parola magica per descrivere quello che io ho vissuto senza saperlo : autoeducazione.
Rileggetevi i sacri testi : il nostro fondatore dice proprio questo: mettete insieme un gruppo di ragazzi di varie età, in modo che i piu' piccoli imparino dai piu' grandi (dai capi squadriglia, non dagli adulti) i valori come la lealta', il servizio, etc..;

e che i valori siano assimilati tramite esperienze pratiche:

La lealta' sia sperimentata nell'aiuto e nella fiducia reciproca che si instaura quando, durante un'uscita, i ragazzi si assistono a vicenda.

Il servizio sia vissuto nell'aiuto che il piu' grande da' al piu' piccolo che si trova in difficolta' nel portare uno zaino, od ad accendere il fuoco.

L'allegria sia vera e piena e canterina, anche quando nessuno riesce a costruire una panca che stia dritta, e ti senti frustrato o stupido.

E cosi' via, per ognuna delle dieci leggi scout.

Quanti scout eravamo allora in riparto? Non me lo ricordo, ed i primi mesi il gruppo e' stato anche variabile, con ragazzi che venivano, magari partecipavano a qualche riunione e poi non si vedevano piu'.

Io pero' mi ricordo molto bene tutta l'Asq della primavera del 1976 :

Delfini
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Andrea Caneparo Csq.
Luigi Grassi ViceCsq.

Giaguari
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Simone Caneparo Csq.
Marco Noto ViceCsq.

Cormorani
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Giancarlo Perugini Csq.
Gaetano ViceCsq.

Le Aquile sono una cosa posteriore, aperte nella primavera del 1977.

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Altri nomi che ricordo, in ordine sparso sono:
Fabio C., Claudio R., Giuseppe M., Tiziano, Federico, i fratelli D'Antonio, Massimo S., Vittorio P., Mario T., Renato O., Lucio M., Antonio F., Paolo P.. Come ad Andrea anche a me tornano in mente molti volti cui non so dare un nome.

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Pero' mi ricordo bene i campi a cui partecipai :

1976 uscita di Rip. a S.Polo dei Cavalieri; e' la foto stampata sull'invito; io sono quello con la fiamma, ed il fazzolettone appena messo al collo.

1976 Campo Estivo in Val Fiumata

1976 Campo Invernale a Siena

1977 Campo Estivo a lecceto (Siena)

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Non dico che fosse il modo migliore di fare scoutismo; io stesso poi, da Capo scout, mi sono sempre trovato ad 'assillare' i miei ragazzi con tutta la Staff; anzi forse c'era anche un pizzico di incoscienza; per esempio il campo estivo in Val Fiumata e' stato fatto con tende di fortuna, con pochissima attrezzatura (il cordino ci e' bastato appena per l'alzabandiera); molti ragazzi si sono sentiti male, ed hanno dovuto lasciare il campo anzitempo; il campo stesso e' durato 3 giorni in meno del previsto.

Sicuramente non poteva durare per sempre; ed infatti nell'arco che va dal Novembre 76 ad Aprile 77, con l'uscita di alcuni ragazzi piu' grandi (Marco Noto, Andrea e Simone Caneparo, Luigi Grassi, Gaetano ... cavolo ora che ci penso !! Tutta l'A. Sq), con Pier Luigi impegnato nel servizio militare, con l'adesione ufficiale alla FSE il reparto ha cominciato a marciare in ben altro modo; molta piu' tecnica, molta piu' organizzazione:

ricordo come fui emozionato la prima volta che i Capi affittarono un pulman per un'uscita, noi che, fino ad allora, c'eravamo sempre mossi con i mezzi pubblici, anche per il campo Estivo, caricati come muli da soma.

Ricordo alcuni incontri organizzati appositamente per noi dal colonello Leo Lodone in varie scuole militari.

Ricordo l'apertura del riparto femminile, e la prima volta che Bianca Battelli si presento' in sede chiedendoci di insegnare alle sue guide a fare le legature. Tutte cose che hanno rappresentato una crescita del Gruppo.

Ma anche molta più presenza di adulti; attività bellissime, ma che forse non riuscivo (a torto) a sentire come mie; o forse mi e' mancata la presenza di quei ragazzi piu' grandi da cui ho imparato cosi' tanto.

Comunque da li' a poco (Ottobre 77) sarei uscito anche io dal Gruppo, portandomi appresso una esperienza umana indimenticabile.

Attilio Barsotti
Mar/Ago 76 Sq. delfini
Set 76/Ott 77 Csq Giaguari

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