Il primo incontro di P. Ivan Zuzek con il Gruppo Roma 4

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LA "SCOPERTA" DEL ROMA 4 DALLE PAROLE DI P. IVAN

Una solitaria nuvoletta iridescente ammantava il monte Cambio e mi chiudeva l'orizzonte verso Nord.

Tutt'intorno il cielo era azzurro e l'aria trasparente.

Ogni albero, quasi ogni foglia si vedeva nella sottostante valle della Meta che si snodava sotto di me, comodamente seduto penzoloni su una roccetta, sulla sommità del versante Nord- Nord Est del monte Terminillo, tutta coperta da un muschio tutto d'oro.

Mi ero divertito, come al solito, a passare per il passo di Leonessa, nella piacevole arrampicata, per la via Pietrostefano-Chiaretti, ed ora me la godevo, lassù, nella brezza appena percettibile che mi accarezzava come una mamma.

Nella valle, 800 metri più in basso, le Guide e le Coccinelle del "Roma 4" erano accampate ed accantonate presso l'Ostello della Gioventù dei padri Scolopi.

Là dovevo andare per fare, come mi avevano chiesto, una prima conoscenza di quel Gruppo.

Infatti, qualche mese prima, qualche mamma che aveva affidato il proprio figlio al Gruppo "Roma 65" e la propria figlia al Gruppo "Roma 4" perché fossero educati da "buoni cristiani e bravi cittadini" così coma la nostra Associazione si riprometteva di fare, mi avevano chiesto di diventare l'Assistente religioso non solo del "Roma 65" ma anche del "Roma 4", da qualche tempo privo dell'Assistente, dopo che il padre Vittorio Lagutaine, che lo curava con tanta dedizione dal suo nascere, aveva dovuto lasciarlo per validi motivi.

Seduto su quella roccetta, non avevo ancora deciso niente.

Ponderavo le cose nel "Grande Ascolto" che s'impone da se ogni volta che ci si trova da soli tra il cielo e la terra.

Tutto era pieno del Signore dei signori, la brezza che mi accarezzava, mi sussurrava di seguire la via dell'"Eccomi".

Il sussurro fu gentile ma insistente. La via dell'"Eccomi" tuttavia si prospettava difficile, tra spuntoni di roccia, alcuni dei quali decisamente strapiombanti.

Tra questi ne emergevano due, su uno era scritto, con muschio d'oro, "Doveri del Vaticano", e su l'altro, sempre con muschio d'oro, "Doveri del professore universitario".

Altro che le difficoltà della via Pietrostefani-Chiaretti! I 250 metri di salita si guadagnano in piacevole arrampicata con, forse, qualche passaggio di secondo grado. Dico, forse, perchè su questa via tutto mi sembra di primo grado.

Pur non avendo mai impiegato più di quaranta minuti per spuntare sulla cresta dello spigolo Nord-Nord est del monte Terminillo, ciò è possibile solo in "solitaria" con nessuno davanti e nessuno di dietro: la roccia è molto friabile ed una arrampicata in gruppo richiede una grande prudenza.

Come sarebbe stata la via dell'"Eccomi" riguardante il Gruppo "Roma 4"?

Sarebbe stata piena di rocce friabili?

L'interrogativo mi assillava, anche se nei colloqui preliminari con alcune Capo, queste mi apparvero di "granito". E andai a vedere.

Raggiunta la cima del monte Terminillo, scesi di corsa per la via normale, una volta tanto, fino alla Sella di Leonessa e poi giù con la macchina, fino a Fontenova, dove, appunto, vi è l'Ostello della Gioventù dei padri Scolopi.

Per prudenza, non conoscendo il luogo, parcheggiai la macchina alcune centinaia di metri dall'Ostello, vicino ad un faggio secolare e mi sorpresi ad osservare una delle sue radici che sporgeva e che aveva la forma di un perfetto serpente.

Chi mi conosce sa che a certe cose non resisto. Tagliai la radice in modo appropriato e, ammirandola, mi ritrovai a chiedermi se le ragazze del "Roma 4" conoscessero e vivessero quanto detto da Gesù: "Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe" (Mt. 10,16)

Da allora questo invito di Gesù, è stato sempre presente nel mio operare nel Gruppo, una strada che è certamente di granito e che nel mondo di oggi è più che mai necessario percorrere per poter essere, a testa alta, come Dio ci vuole.

La radice esiste tuttora ed è apparsa in varie mostre naif-scout.

Indossai l'uniforme, ma senza fazzolettone, dal momento che quello che possedevo era del Gruppo "Roma 65".

Mi avvicinai cautamente all'Ostello. Il sole era ancora alto.

Chi incontrai per prima, non me lo ricordo, ma sicuramente si trattava di alcune Guide alla ricerca di un "tesoro" così come mi dissero scrutandomi con curiosità negli occhi e rispondendo al mio "buona caccia". Le lasciai cercare.

Il tesoro non ero certo io, ma erano radiose.

Poco dopo fui tra le loro tende e, quindi, nel Cerchio delle Coccinelle.

Quanti tesori ho trovato! Ringraziai il Signore.

Mi trovai subito a mio agio semplicemente, come P. Ivan, ma quello che mi convinse di più fu la felicità delle Capo che con convinzione mi chiesero di celebrare loro la S. Messa per tutto il Gruppo come momento centrale che fa del Campo tempio della divinità e presenza sacramentale di grazia e benedizione, così come è scritto sulle Norme direttive della Branca Guide.

Queste Norme furono pubblicate soltanto due anni dopo il mio incontro con il "Roma 4", ma già era una convinzione di quelle Capo.

Non avevo più alcuna esitazione: sarei stato Sacerdote di Cristo in mezzo a loro!

L'altare fu presto allestito con il Crocifisso componibile che da allora ci accompagna in tutte le attività all'aperto insieme all'Icona della Beata Maria Vergine che ora si trova nella tana delle Coccinelle.

La S. Messa fu gioiosa con la partecipazione di qualche scoiattolo e dei canti di qualche uccello nascosto tra il fogliame degli alberi sovrastanti l'altare.

I giorni che trascorsi in quel Campo furono gioiosi nella trasparenza del cielo e di tutti i cuori...il resto della storia la sapete.

E gli strapiombi della via dell'"Eccomi"?

Non sono scomparsi, ma sono diventati facile impresa, con le "Ave Maria" che tutte voi mi regalate ad ogni mio "aiutatemi!"
P. Ivan

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