Campo Invernale a Vallonina

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Nel 1978 il Riparto Lince passò cinque giorni a Vallonina (RI). Subito dopo quel Campo scrissi una relazione.

. Questa è la trascrizione parziale della versione originale scritta a mano, ritrovata su un foglio di carta ormai semidistrutto.

Campo Invernale a Vallonina

Scout di 2a Classe! Non riesco ancora a crederci. Eppure è successo, al Campo di Riparto Invernale svoltosi dal 26 al 30 dicembre a Vallonina, Leonessa (RI).

Per cinque giorni ho vissuto con i miei compagni in una suggestiva cornice naturale. A vista d'occhio si stendevano intorno a noi ripide alture, dove ai boschetti di faggi e aceri si alternavano prati cosparsi di rocce.Purtroppo, al livello del nostro rifugio, ossia 1200 metri, la neve tanto agognata mancava, e per collaudare le slitte di Sq. costruite in Sede nei mesi precedenti, è stato necessario portarsele dietro come Alpini fino a più alte distese convenientemente innevate.

Il Rifugio è stato praticamente l'unico punto nero del Campo. Infatti, a parte la difficoltà di sistemare nell'esiguo spazio i vari equipaggiamenti abbiamo dovuto tappare numerose fessure nelle finestre. Nonostante tutto, ognuno di noi ha preso la situazione con allegria e si è adattato anche a mangiare accoccolato per terra, alla maniera dei Boeri.

Data la brevità del Campo e le condizioni ambientali, i Capi hanno ritenuto opportuno non costruire le normali installazioni da Campo (alzabandiera e simili). Tuttavia questi cinque giorni sono stati abbastanza densi di avvenimenti. Oltre ai vari grandi giochi sulla neve sono state svolte le seguenti attività:

  • gara di accensione fuochi sulla neve
  • missione consistente nel fare uno schizzo topografico del Rifugio e dintorni
  • escursione nei paraggi che purtroppo si è risolta in un fiasco a causa della pioggia, che però è servita a dimostrare l'efficacia del cappellone Scout in simili casi
  • un percorso Hebert, sul quale si sono incontrate le Sq. di formazione costituitesi per l'occasione

La pioggia ci ha costretto più di una volta fra le pareti del Rifugio, ragion per cui i Rover si sono improvvisati docenti di Topografia, Campismo e Segnalazione a nostro favore. Tutte le sere il "Fuoco di Campo" ha portato una nota d'allegria, con scenette, canti, bans e giochi/scherzi ai danni di questo o quello Scout.

C'è stato anche il tempo per una chiacchierata di Sq. sul settimo Articolo della Legge Scout. Il mio parere in proposito è che deve esserci una grande fiducia reciproca tra C.Sq. e Scout. Da parte del primo perchè deve essere sicuro che il suo ordine verrà eseguito presto e bene, a chiunque sia stato dato; da parte dello Scout perchè anch'egli deve essere certo che ciò che gli è stato ordinato è giusto, responsabile, utile per il bene della Sq. e che lui è la persona più adatta per farlo. E di questo deve esserne certo fin dal principio perchè sa che il suo C.Sq., per il fatto stesso di essere tale, è capace, maturo e in grado di prendere le decisioni adatte a ogni situazione.

Certo sarebbe più bello sapere il perchè e il percome di ogni cosa prima di farla, ma se il C.Sq non ritiene opportuno dirlo non è il caso di mettersi a polemizzare. Bisogna obbedire subito, prima che sia troppo tardi.

Passiamo ora al grande avvenimento, per me s'intende, di cui ho già fatto cenno all'inizio. Durante il Quadrato finale, il mio C.R (Francesco Bianchi-Cagliesi) mi ha chiamato assieme a un altro Scout, Fabrizio, per ricevere la 2a Classe. Coloro che hanno già superato questa tappa sanno quanto sia bello arrivarci.

E' la dimostrazione che il proprio impegno è stato riconosciuto, che tanti sforzi sono stati coronati dal successo. Che si è stati giudicati in grado di dirigersi verso mete ancora più impegnative e di indicarle ai più inesperti perchè si è dotati di iniziativa e forza di volontà. Certo, non è una facilitazione, anzi. Ora, per essere all'altezza del nostro grado, occorre testimoniare ancor più Dio nella vita e accrescere ulteriormente lo Spirito di servizio che avevamo acquisito per dare la felicità agli altri, superando ogni sorta di ostacoli.

Spero di essere in grado di farlo e auguro altrettanto a tutti gli Scouts che sono già avanti nel loro Sentiero.

Vorrei rivolgere in ultimo un cordiale saluto agli Scout del Roma 3 che erano accampati pochi metri sotto di noi e sono venuti più volte a farci visita.

Commenti di Marco, novembre 2006

"Certo sarebbe più bello sapere il perchè e il percome di ogni cosa prima di farla, ma se il C.Sq non ritiene opportuno dirlo non è il caso di mettersi a polemizzare". A una lettura superficiale, discorsi del genere potrebbero sembrare militarismo della peggior specie,del tipo "solo i superiori sono in grado di pensare e hanno il diritto di farlo". Ci tengo quindi a precisare che quanto ho scritto all'epoca non era affatto dettato da paura, "nonnismo", sentimenti di inferiorità o altre cose del genere. Come si capisce da quanto è scritto dopo, questo atteggiamento derivava proprio dalla certezza che "il C.Sq., per il fatto stesso di essere tale, è capace, maturo e in grado di prendere le decisioni adatte a ogni situazione". Cioè dalla ammirazione ragionata che il Capo si era saputo meritare e dalla conseguente convinzione che se qualcuno era stato fatto C.Sq. da lui doveva senz'altro essere degno della massima fiducia.

Quanto al bisogno di rimarcare che in quel Campo era necessario "obbedire subito, prima che sia troppo tardi", probabilmente era dovuto semplicemente al fatto che il rifugio era in tali condizioni che, se non avessimo agito con la massima rapidità ogni volta che c'era da far legna, cucinare o sistemare qualcosa, saremmo rimasti bagnati e/o a digiuno.

Fra le cose che ricordo di quel campo c'era il fatto che dormivamo veramente appiccicati gli uni agli altri, una tale umidità che il sacco a pelo non tornava mai asciutto a meno di tenerlo vicinissimo al caminetto e le slitte di Sq. pesantissime (fatte, se ricordo bene, con tavole di legno e un fondo costituito da un foglio di lamiera incurvata e inchiodata alle tavole).

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