Scavando nel cassetto del comodino...

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Ho ricevuto l’invito di Marco, che ha avuto un’idea davvero straordinaria (ennesima dimostrazione della potenza di internet!) e lo ho accolto ben volentieri.

Così per trovare ispirazione ieri sera ho scavato nei cassetti del comodino, dove tengo le cose che considero importanti. Ho rintracciato la tessera AIEIC (n. 17), con la data della promessa (ricordo che l’ultima prova consisteva nel cuocere un uovo in un fuoco a legna: eravamo sul Monte S.Elia e Federico Crescenzi, che pure prese la promessa, tentò la ricetta dei trapper ma la pietra era troppo poco rovente e un po’ inclinata… . Che emozioni ragazzi)...

Ho trovato anche la tessera FSE (n. 208), con tutte le altre tappe: una delle cose che più rimane dello scoutismo è la progressione, la crescita verso il miglioramento graduale di se, un passo dopo l’altro.

E infine ho trovato – incredibile! - un foglio assai vissuto dove avevo annotato man mano tutti i miei “eventi”: dalla prima riunione il 15 marzo 1976 al Campo Mobile in Cilento in aiuto a Fabrizio Vavuso nell’agosto del ’90: 3 vacanze di branco come aiuto, 9 campi esploratori, 10 campi Rover.

Il primo campo scout in Val Fiumata (che piogge! Ma che posto straordinario) in cui fui nominato Capo della squadriglia Cormorani (Giancarlo Perugini se ne era andato. Prima ero Vice dei Giaguari), il primo censimento nella FSE, il campo invernale a Siena (ricordo che la mia Squadriglia allora aveva una tavolo al quale erano state segate le gambe, due panche e naturalmente degli scout in gamba: Lucio Muzzarelli era il mio fedele vice, poi Flavio D’Antoni, Paolo Pegolo, Giovanni Masiello, Marco Solaini, Mario Scarioni…Ci eravamo preparati sulla storia e i monumenti della città. Il campo a Siena era tutto un po’ “borghese” rispetto a quello cui eravamo abituati…).

E il campo estivo a Lecceto con Luigi Lodone e Mario Di Martino, con l’hike insieme agli altri due capi sq. Attilio Barsotti e Claudio Rossi, dormendo in un fienile (da cui sono precipitato mentre dormivo… senza svegliarmi).

Avevo annotato il trauma dell’ottobre 77, quando i mie “pari” Attilio e Claudio (mi sembra che le sq. fossero ancora tre allora) e molti altri lasciarono la FSE: che tristezza. Nonostante avessi solo 15 anni venni passato al noviziato Rover e divenni aiuto Capo riparto (Capo: Francesco Bianchi Cagliesi, detto Checco). Per diventare Capo a mia volta non molto dopo a 17 anni e 8 mesi…

Il mio primo indimenticabile campo estivo da Capo nel luglio ‘80, in Val d’Arano, con Don Giuseppe De Filippi, Lucio come Vice e i Capi Sq. Luca Galani (Aquile), Lorenzo Giordani (Delfini o Condor?), Renato Ori (Giaguari), Fabrizio Vavuso (Pantere), e il nuovissimo tendone di Gruppo volato via e distrutto durante una bufera…

Il campo di Clan da Olbia a Cagliari in bici nel settembre ’81 una delle esperienze più belle che ricordi (sempre con Fabrizio, Renato e Luca).

Il campo estivo negli sprofondi di Cappadocia (l’ubriacatura di Roberto…), il mio ultimo bel campo da Capo Riparto a Pizzone, con Capi Sq. Marco Fioretti, Corrado Giordani, Paolo Pegolo, Paolo Serventi e i tentativi di immortalare l’orso.

I campi scuola, la “partenza” a Porto (ott.81), la decisione (quanto meditata!) di lasciare il Riparto per accompagnare come Capo Clan i ragazzi appena saliti (Scifelli Ott. ’82). E il bellissimo campo mobile a Cortina con i Maestri dei Novizi Marcello Levaggi e Fabrizio Vavuso (ricordo tra gli altri Fabio Proietti, Fabrizio de Simone…), la nomina a capo brevettato a Carpineto (OTT. 85): che emozione, che responsabilità!

Il campo mobile in Val d’Aosta, con Marco Fioretti che dalla Capanna Gnifetti a 3.200 metri mi convinse a lasciarlo scalare il Monte Rosa in cordata con un alpinista… (agosto ’86).

E purtroppo anche un ricordo triste, quando ci lasciò il caro Andrea Coldel (estate ’89), mio rover; pochi giorni prima del campo mobile (in Friuli) era venuto a portarmi la quota, felice di poter partecipare anche lui. Decidemmo di partire ugualmente, Andrea era sempre nei nostri discorsi e nei nostri cuori: mettemmo anche una targa su un monte di cui ora non ricordo il nome, cantando una canzone tristissima ma bellissima che Fabrizio aveva imparato in un campo scuola… per queste occasioni.

Ma non v’è dubbio che il ricordo più antico che ho degli scout in genere è che… non avevo mai desiderato far parte di essi! Quelle volte in cui avevo incontrato degli scout mai e poi mai avevo pensato “Voglio essere come loro”, anzi! Se la storia è andata diversamente è perché, grazie ad una trappola tesami da mia madre (che diventò pochi mesi dopo Lella), mi sono affacciato (senza alcuna intenzione seria) ad una “riunione parrocchiale” di ragazzi.

Un ragazzo con i capelli rossi mi venne incontro e mi accolse con molto calore, presentandomi al gruppo e facendomi sentire (abbastanza) a mio agio. Quella riunione era di scout, che si riunivano ancora nel salone parrocchiale (credo che parroco fosse ancora Don Vittorio). Il ragazzo era Marco Noto, incarnazione – a volte un po’ eccessiva – dello spirito scout, e colonna del “riparto” in quel periodo.

Era una riunione organizzativa e si parlava con allegria dell’uscita con pernottamento sulla neve che si sarebbe tenuta sabato stesso (15 marzo 1976) a Filettino. Il parlare di sacco a pelo, borraccia, torcia elettrica, fiammiferi e corriere – insomma di avventura! - stimolò immediatamente la mia attenzione di adolescente affascinato dall’ambiente naturale e dalla vita all’aperto. E se per un attimo avevo pensato “Ma come cavolo sono finito qui?” subito dopo già pensavo a come organizzarmi in così pochi giorni.

Nel frattempo, dopo essere stato citato decine di volte da tutti i presenti, era entrato lui, Gigi, il “Capo Riparto”. Che - sorpresa! - conoscevo (di vista) perché abitava due piani sopra di me. La simpatia e il calore umano di Gigi (Pier Luigi Bianchi-Cagliesi) e la sua capacità di rapportarsi con ciascuno nel modo più adatto furono fattori decisivi. Ricordo quando un paio di giorni dopo mi citofonò per consegnarmi il sacco a pelo nuovo… di cui ricordo ancora l’odore!

Devo dire che in quei primi due momenti (riunione e uscita a Filettino) non riesco a vedere nei miei ricordi nessun altro oltre a Gigi e a Marco. La parola “fondatore” non mi piace, e – scusatemi -diffido un po’ di chi si autodefinisce tale: penso che alla nascita di un gruppo concorrano più persone, e se anche una sola è quella che ha piantato la bandierina, se il progetto è andato avanti e non è abortito per la strada è merito di tanti altri che hanno pure faticato, hanno saputo interagire con gli altri, non si sono defilati alle prime difficoltà! Premesso questo, se un fondatore del Roma 5 FSE deve essere individuato non vi è dubbio che sia Pierluigi!

Per ora mi fermo qua (se apro i miei archivi che sono ancora nello scaffale del bagno nella casa dei miei sono guai …), mi scuso per chi non ho ancora citato, saluto tutti con affetto e un pizzico di nostalgia.

Fabio

Ultime aggiunte

Genova 3, dalle origini a oggi , Genova 3 Giovanni Paolo II , Gruppo , 1995
Genova 1, dalle origini al 2014 , Genova 1 Sacro Cuore , Gruppo , 1974
La nascita del Gruppo FSE Bisuschio 1 , Bisuschio I , Lupetti , 1982
l'A.I.E.I.C. prima della F.S.E. , Roma 5 , Esploratori , 1976