Il Campo di A. Sq. dell'80 e la "Maglia Nera" del Roma 5

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Nelle uscite delle varie Unità del Roma 5 c'è la tradizione di assegnare una "maglia nera" al partecipante a cui capitano più contrattempi. Non tutti però sanno che questo "trofeo" esiste da più di 25 anni, o perché si chiama così. Tutto iniziò con

il Campo di Alta Squadriglia in bicicletta iniziato il 19 giugno del 1980.

A quanto ricordo, si trattava in assoluto della prima uscita in bicicletta con pernottamento nel nostro gruppo, o almeno lo era per me e quasi tutti gli altri partecipanti: Lorenzo, Renato, Roberto, Luca, Fabrizio, Fabio (C.R) e forse altri che non ricordo.

Il percorso (in 3 o 4 giorni) era Ostia, Albano, Aprilia, Nettuno, Torre Astura e da lì ritorno a Ostia lungo la via Litoranea. Il percorso originale prevedeva il passaggio per il Grande Raccordo Anulare, poichè all'epoca era concepibile, almeno in teoria e anche se era ancora a due corsie per senso di marcia, l'idea di percorrerne allegramente una parte in bicicletta.

A seguito di un veto e vari suggerimenti di mio padre, Fabio decise di percorrere la laterale della Cristoforo Colombo e poi raggiungere l'Appia passando per via di Valleranello e varie altre strade o stradine interne.

Anche se percorrere il Raccordo sarebbe stata indubbiamente una cattiva idea, il "percorso alternativo" si rivelò abbastanza vago, almeno con la cartina e le indicazioni che avevamo a disposizione, da farci perdere non poco tempo lungo varie stradine di campagna e farmi guadagnare diverse occhiatacce dagli altri.

Trattandosi di una uscita in bicicletta, l'idea di gareggiare per una "maglia nera", come parodia della maglia rosa del Giro d'Italia, nacque subito o quasi. Forse al momento della partenza l'intenzione era di assegnare la maglia nera allo scout più lento. In ogni caso, prima ancora di arrivare al Grande Raccordo Anulare avevamo già avuto, tutti quanti, così tanti piccoli incidenti da decidere che la maglia nera sarebbe andata allo Scout più maldestro, distratto e/o sfortunato dell'Alta Squadriglia.

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Ovviamente, per assegnare il trofeo (virtuale, non è che avessimo appresso una maglia nera da utilizzare in questo modo) in maniera imparziale era indispensabile tenere accuratamente traccia delle "imprese" di ognuno. Questa è una fotocopia parziale dell'elenco dei disastri (i primi "punti" della maglia nera) .

Perchè così tanti incidenti? In parte perchè, nonostante tutti quanti avessimo almeno due anni e mezzo di esperienza in Uscite o Campi Estivi o Invernali, quella era la prima volta che andavamo in bicicletta. La nostra inesperienza nello scegliere e preparare l'equipaggiamento per questo tipo di attività ci creò diversi problemi, di cui avremmo potuto far tesoro soltanto nelle Route in Corsica e Sardegna di alcuni anni dopo (a proposito, chi vuole raccontare quelle storie?

A parte questo, la disponibilità di borse, sacche e altri portaoggetti per cicloturismo era molto più limitata di oggi, sia come varietà di modelli sia per il loro prezzo. Di conseguenza viaggiavamo quasi tutti con uno zainetto di quelli con cui oggi si va si e no alle elementari, un sacco a pelo leggero arrotolato in un telo mimetico militare, gavette dell'esercito e una o due buste della spesa di plastica. Solo uno di noi (Luca?) aveva infilato tutto in uno zaino da escursionismo e pedalava con quello sulla schiena.

In ogni caso, il Campo è stata un'esperienza meravigliosa. Coprire distanze molto maggiori di quelle percorribili a piedi e soprattutto il fatto che non andavamo più da soli soltanto per tranquille mulattiere ma anche, finalmente, sulle stesse strade dei "grandi" è stata un'enorme soddisfazione.

Purtroppo dei singoli momenti del Campo, a parte gli incidenti a raffica all'inizio e il fatto descritto più sotto, ricordo soltanto lo spavento che ho fatto prendere a tutti gli altri vicino Aprilia, facendo "Buh!" dall'interno di un casolare abbandonato a tutto il resto dell'Alta Sq. che stava preparando il pranzo vicino a una finestra del casolare stesso.

L'ultima notte di campo, sulla spiaggia di Torre Astura, è entrata nella leggenda: dopo aver esplorato i ruderi e le peschiere abbiamo cucinato, fatto un cerchio o una veglia serale e siamo andati a dormire sotto le stelle. Purtroppo, poco dopo il tramonto, migliaia di quelle che chiamavamo "pulci d'acqua" e avevamo visto sul bagnasciuga hanno cominciato a risalire lentamente la spiaggia, fino ad arrivare dove noi dormivamo ignari. Da quel momento in poi abbiamo iniziato a sentirle saltellare sui poncho che avevamo steso sopra i sacchi a pelo, svegliandoci quasi tutti. Sembrava che piovesse.

A un certo punto, se ricordo bene, qualcuno ha detto a Lorenzo di sporgersi dal sacco a pelo, accendere la torcia elettrica e puntarla verso la spiaggia, forse per controllare da dove arrivavano gli animali e quanti ce n'erano. Però quel qualcuno si riaddormentò quasi subito, lasciando Lorenzo da solo con la torcia in mano e semiaddormentato, passando diversi minuti a chiedersi cosa stava facendo e perché.

Quando ancora mancavano, credo, una o due ore prima dell'alba, ero sveglio e steso a pancia sotto, col viso rivolto verso l'apertura del sacco a pelo. Il rumore non accennava a cessare e io non riuscivo a ignorarlo e dormire.

Quando ho visto una delle pulci saltare sull'orlo del sacco a pelo, fermarsi un attimo e saltare dentro, seguita subito dopo da decine di altre, non ho resistito. Mi sono alzato dicendo che non era possibile continuare così e tanto valeva tornarsene subito a casa. Sicuramente questo fatto, oltre all'aver detto che secondo me la prima "pulce" mi aveva guardato negli occhi prima di saltare nel sacco a pelo, mi ha fatto guadagnare qualche altro punto nella classifica della neonata Maglia Nera.

Quasi subito però anche gli altri hanno rinunciato definitivamente a dormire e si sono alzati. L'unico che ha cercato di obiettare è stato Renato, che si era avvolto la faccia in un asciugamano e dichiarava che avrebbe continuato a dormire anche con il sacco a pelo pieno di "pulci". Alla fine siamo riusciti a farlo alzare e siamo partiti da Torre Astura all'alba, arrivando a Ostia molto prima del previsto.

Sicuramente ho dimenticato parecchi particolari importanti, ma spero che gli altri partecipanti a quel campo provvederanno quanto prima a colmare le lacune di questo racconto.

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